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Ospitiamo oggi sul sito Alejandro Arevalo e Reza Karim, gestori Fixed income – EMD di Jupiter AM che ci spiegano le prospettive per il debito dei mercati emergenti per il secondo semestre del 2024 e per il 2025. Una lunga e dettagliata analisi che merita di essere letta per allargare i nostri orizzonti di investimento anche al debito pubblico del “Resto del Mondo” .
Abbiamo iniziato il 2024 con una visione costruttiva sul debito dei mercati emergenti in valuta forte. Negli ultimi anni, gli asset di rischio, compreso il debito dei mercati emergenti, sono stati colpiti da una serie di shock significativi, tra cui il Covid-19, la crisi immobiliare cinese e la guerra in Ucraina, oltre che da un’inflazione elevata e da un brusco ciclo di rialzi da parte delle banche centrali globali. Ci aspettavamo che un graduale allentamento di molti di questi venti contrari avrebbe migliorato il sentiment degli investitori, con i fondamentali dei mercati emergenti e le storie locali che sarebbero tornati a essere i principali driver di mercato. All’inizio dell’anno gli spread creditizi erano relativamente ristretti; pur non aspettandoci una compressione significativa degli spread, pensavamo di essere in grado di cogliere gli elevati rendimenti offerti.
Il debito dei mercati emergenti in valuta forte ha registrato una buona performance nel primo semestre del 2024, in particolare le obbligazioni societarie. Il primo semestre dell’anno è stato generalmente caratterizzato da un contesto di carry per il debito corporate dei paesi emergenti, anche se si è registrato un marginale restringimento degli spread creditizi che ha compensato parte della rinnovata volatilità dei Treasury statunitensi.
Tassi: prospettive costruttive, ma si prevede un’elevata volatilità
Guardando al resto del 2024 e al 2025, rimaniamo cautamente ottimisti sullo scenario dei tassi. Sebbene la volatilità dei tassi rimanga elevata su base storica e l’incertezza sui piani fiscali possa aggiungere un ulteriore premio a termine, riteniamo improbabile che i rendimenti dei Treasury USA raggiungano il picco registrato nel 2023. I dati recenti hanno aumentato la fiducia che l’aumento dell’inflazione statunitense nel primo trimestre sia stato per lo più un intoppo di breve durata; tuttavia, preferiamo evitare di assumere una posizione più marcato sui tassi, mantenendoci invece relativamente neutrali sulla duration.
Cina: Rischio di contagio limitato
La Cina rimane un fattore fondamentale per il sentiment degli investitori verso i mercati emergenti più ampi. I dati macroeconomici cinesi hanno registrato un modesto miglioramento nel primo trimestre, ma il settore immobiliare è ancora incerto e i fondamentali complessivi dell’edilizia residenziale rimangono piuttosto deboli. Le misure di sostegno del governo, tra cui i nuovi incentivi alle amministrazioni locali per l’acquisto di immobili inutilizzati, sono state importanti per ravvivare il clima di mercato.
Riteniamo che la Cina sia prevalentemente guidata dalla politica; data l’incertezza in corso, abbiamo scelto di evitare un’esposizione importante alla Cina o al suo settore immobiliare. Le valutazioni, al di fuori del settore immobiliare, appaiono ancora basse e dall’inizio dell’anno abbiamo assistito a un sostanziale rally di alcuni titoli high yield (anche se da livelli molto bassi e spesso guidati dalla liquidità). Nel complesso, continuiamo a vedere un ambiente più costruttivo per i paesi emergenti e riteniamo che i problemi della Cina rimangano relativamente contenuti, senza troppi rischi di contagio per gli altri paesi.
Numero record di elezioni
Ad oggi le elezioni in programma durante l’anno hanno già riservato alcune sorprese. In Messico, ad esempio, il partito Morena ha ottenuto una vittoria superiore alle aspettative, facendo temere riforme più radicali nei prossimi anni. L’India e il Sudafrica hanno registrato una vittoria con un margine inferiore per i rispettivi partiti in carica, facendo paventare un calo della stabilità politica complessiva in entrambi i Paesi.
Non riteniamo che i risultati delle elezioni cambino i fondamentali dei mercati emergenti. Tuttavia, abbiamo apportato alcuni aggiustamenti al nostro posizionamento, in particolare in America Latina, dove abbiamo ridotto la nostra allocazione al Messico, soprattutto nelle aree che riteniamo possano essere più vulnerabili a politiche più radicali (ad esempio il settore finanziario).
In prospettiva, le elezioni statunitensi restano un’incognita significativa, il cui risultato avrà probabilmente un impatto sia sui mercati sviluppati che su quelli emergenti. Le tariffe doganali e i loro effetti su alcuni esportatori emergenti sono fattori chiave da tenere d’occhio, insieme alle loro potenziali ripercussioni geopolitiche.
L’attenzione tornerà sui fondamentali dei mercati emergenti
In questo contesto, riteniamo che i fondamentali dei mercati emergenti torneranno a essere i fattori chiave. I bilanci delle società dei paesi emergenti rimangono abbastanza sani e l’aumento del costo del debito ha causato solo un deterioramento marginale. La resilienza delle società dei Paesi emergenti dimostra la loro maturità complessiva. In molte regioni, le opzioni di finanziamento aggiuntive offerte dai mercati locali sono state importanti (in alcuni casi addirittura più economiche rispetto ai mercati esterni), fornendo alle aziende una maggiore flessibilità nella gestione della struttura del capitale.
Per quanto riguarda i titoli sovrani, continuiamo a vedere progressi in molte delle principali ristrutturazioni.
Gli spread appaiono relativamente ricchi in una prospettiva storica, ma dato il quadro fondamentale e la tenuta della crescita economica in tutto il mondo, riteniamo che questi livelli possano essere giustificati. Dato l’aumento dei rendimenti dei Treasury USA dall’inizio dell’anno, anche i rendimenti del debito EM sono tornati allo stesso livello di inizio 2024 (o superiore per il debito sovrano). Continuiamo a ritenere che ci troviamo in un buon contesto per raccogliere carry nel corso della seconda metà del 2024.
Foto di copertina di Dylann Hendricks da Pexels.com