Come va il settore auto? L’auto elettrica appesantisce i bilanci. È il caso di Ford che nel primo semestre ha perso 2,5 miliardi di dollari nella divisione elettrica. In pratica 50mila dollari per ogni veicolo venduto. Ma il resto delle case auto come si stanno comportando?
A tracciare il quadro della situazione è Gabriel Debach, market analyst di eToro, dopo che le pubblicazioni delle prime case automobilistiche hanno deluso il mercato.
Tempi duri per i titoli automobilistici. Dopo le difficoltà evidenziate da Tesla, infatti, Porsche non ha certo scaldato l’animo degli investitori. Nella rendicontazione semestrale, la casa automobilistica tedesca ha registrato una riduzione dei ricavi, passati dai 20,43 miliardi di euro del primo semestre 2023 a 19,46 miliardi, e dell’utile operativo, sceso del 20,5% a 3,06 miliardi di euro.
Sono state evidenziate le criticità legate alla catena di approvvigionamento e al crollo delle vendite in Cina, alle quali potrebbero sommarsi presto nuove incognite. C’è timore, infatti, per l’evolversi della situazione politica che potrebbe portare ad un generalizzato aumento delle barriere tariffarie, come si è visto recentemente in Europa. A seconda dell’esito delle elezioni presidenziali, infatti, si potrebbe vedere un potenziale aumento delle tariffe di importazione anche da parte degli Stati Uniti e la minaccia di restrizioni commerciali negli anni successivi potrebbero avere un impatto negativo sulle vendite dell’intero gruppo.
Nubi, quindi, sul prossimo futuro, tanto che l’automaker di Stoccarda ha tagliato il suo outlook per il 2024, portando le sue proiezioni sul fatturato per l’esercizio corrente tra i 39 e i 40 miliardi di euro, in calo rispetto alla previsione precedente di 40 e 42 miliardi. Scendono anche le aspettative sull’utile operativo, visto ora tra il 14% e il 15% (15%-17% l’intervallo precedente).
I dati gettano un’ombra sul settore automobilistico, che attende ora i risultati di Stellantis e Mercedes-Benz. In particolare, Mercedes-Benz si trova ad affrontare problemi simili a quelli di Porsche, avendo sostenuto importanti riduzioni nelle vendite, mentre sta lavorando per diventare maggiormente indipendente nelle forniture, annunciando la sua volontà di investire nella lavorazione del litio e nella produzione di batterie, potenzialmente in collaborazione con Stellantis.
Su questo fronte, la scorsa settimana, l’UE ha firmato un accordo con la Serbia per l’estrazione di un importante giacimento di litio. Contemporaneamente sono state firmate lettere di intenti con Mercedes-Benz e Stellantis. Il litio è scarso in Europa, ma l’industria automobilistica ne ha urgentemente bisogno per la transizione alla mobilità elettrica. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la domanda di litio potrebbe aumentare di nove volte entro il 2040, grazie alla transizione verso l’energia verde. L’accordo UE mira a sostenere l’industria automobilistica europea e a ridurre la dipendenza dalla Cina.
Il presidente serbo Aleksandar Vučić punta a qualcosa di più della semplice vendita di materie prime: vuole mantenere la catena del valore in gran parte all’interno del Paese. Secondo Vučić, il litio estratto potrebbe soddisfare il 17% della domanda europea. Il piano prevede di produrre abbastanza litio per 1,1 milioni di veicoli elettrici a partire dal 2028. Rio Tinto costruirà la miniera per raggiungere questi obiettivi.