Siamo al giro di boa di metà anno. Come è la situazione dei mercati negli Stati Uniti, nell’Eurozona e quale può essere un breve outlook per i prossimi mesi? Risponde l’analisi di François Rimeu, Senior Strategist – La Française.
Mercati sostenuti da risultati aziendali piuttosto incoraggianti
I mercati sono risaliti a maggio dopo un mese di aprile un po’ difficile per gli asset rischiosi, con un’osservazione invariata: il clima è molto più favorevole quando i tassi d’interesse statunitensi sono in calo, come nel caso del mese scorso.
L’inflazione americana, per una volta, ha rispettato le aspettative, contribuendo a calmare i mercati obbligazionari, particolarmente rassicurati dalle notizie relativamente negative provenienti dall’economia statunitense. In effetti, la maggior parte dei dati ha deluso, con vendite al dettaglio non in progresso, cali significativi dei dati ISM e indici di fiducia in peggioramento (Conference Board, Università del Michigan). Come accennato in precedenza, siamo probabilmente alla fine delle revisioni al rialzo della crescita statunitense.
Questo significa che una recessione è imminente?
La risposta è un chiaro no ai nostri occhi, grazie a un mercato del lavoro ancora rigido (anche se meno), a un effetto ricchezza che sostiene i consumi e a una politica fiscale ancora molto accomodante che continua a generare emissioni significative, alcune delle quali sono state accolte moderatamente dagli investitori, come nel caso delle ultime settimane. Ancora questa volta, non siamo molto preoccupati, poiché i fattori tecnici rimangono entro i limiti storici.
I mercati azionari sono stati sostenuti anche da risultati aziendali generalmente incoraggianti su entrambe le sponde dell’Atlantico. Nvidia, in particolare, è stata ancora una volta la forza trainante dei mercati americani: al 5 giugno, l’S&P 500 era in rialzo del 9,57%, con la metà di questo aumento attribuibile alla sola Nvidia. Più in generale, per la prima volta dall’inizio dell’anno, assistiamo a revisioni al rialzo degli utili europei nel 2024.
Nell’Eurozona continuano le buone notizie con la conferma dell’accelerazione della crescita. PMI, ZEW e IFO indicano un tasso di crescita trimestrale intorno allo 0,3%-0,4%, molto meglio della crescita zero registrata nel 2022. Le revisioni al rialzo dovrebbero quindi continuare, come nel caso della BCE durante l’ultima conferenza stampa, il che sostiene in generale i mercati azionari e gli spread di credito. Va inoltre notato che le buone notizie non sono limitate all’eurozona, poiché la maggior parte delle principali economie sta attualmente assistendo a un’accelerazione della crescita.
I banchieri centrali, da parte loro, hanno in generale tenuto discorsi piuttosto accomodanti, con tagli dei tassi in Canada, nell’Eurozona e in Svezia. Oltre ai tagli dei tassi, la BCE è apparsa rassicurata dagli ultimi dati sull’inflazione salariale ricevuti nel primo trimestre e ha abbassato le sue previsioni di aumento dei salari.
Il calo del prezzo del petrolio sembra essere un fattore di supporto per il mercato nel breve termine
La riunione dell’OPEC ha portato al mantenimento dei tagli alla produzione di petrolio, come previsto dai mercati. Al di là di questa decisione, gli investitori sono stati rassicurati dalla possibilità che i tagli alla produzione diminuiscano in autunno. Insieme ai dati deludenti sulla crescita degli Stati Uniti, questa riunione ha avuto un impatto significativo sul greggio, che è sceso dell’8% dalla fine di aprile. Anche in questo caso, il calo sembra essere un fattore di sostegno per la crescita e i mercati nelle prossime settimane.
Pertanto, le dinamiche in atto dall’inizio dell’anno non sembrano dover essere riconsiderate: il rischio di inflazione è percepito come basso nel medio termine, il che consente alla parte lunga della curva di rimanere abbastanza tranquilla, con una volatilità che tende al ribasso. Questa relativa calma sui mercati obbligazionari consente a tutti gli asset rischiosi di continuare il loro rimbalzo. Tuttavia, continuiamo a ritenere che il rischio di inflazione sia sottovalutato, soprattutto negli Stati Uniti, motivo per cui manteniamo posizioni sui punti di pareggio dell’inflazione per coprire i portafogli ancora ben investiti.
- Azioni: Crescita globale in aumento, migliore dinamica degli EPS, banche centrali che iniziano a ridurre i tassi: tutto ciò ci rende ancora leggermente positivi sulle azioni.
- Credito: gli spread sono ancora ridotti, ma i rendimenti obbligazionari restano interessanti per gli investitori con una domanda che non si indebolisce. I bilanci delle aziende sono ancora sani.
- Tassi: Preferenza per i tassi a breve termine e grande cautela sulla parte lunga della curva. Preferenza per i tassi reali rispetto a quelli nominali.
Outlook di luglio
Le elezioni europee hanno appena emesso il loro verdetto, portando probabilmente a un periodo di maggiore nervosismo fino alle elezioni francesi. Tuttavia, questo non cambia le nostre prospettive di medio termine, piuttosto costruttive, grazie al miglioramento delle prospettive di crescita e al fatto che le banche centrali stanno gradualmente iniziando a ridurre i loro tassi di interesse di riferimento.