I dati macroeconomici recenti hanno sorpreso tutti, soprattutto riguardo alla situazione dell’economia negli Stati Uniti, dove peraltro l’inflazione è tornata al rialzo, mentre resta in linea con le aspettative in Europa. Quali sono adesso le prospettive per i prossimi mesi e i possibili scenari sui mercati finanziari? Ce ne parla François RimeuSenior Strategist  La Française.

François Rimeu, Senior Strategist – La Française

Stati Uniti: la FED rimane fiduciosa nonostante la persistente inflazione

A marzo l’inflazione ha nuovamente sorpreso al rialzo negli Stati Uniti, causando notevoli tensioni sui mercati obbligazionari. Il rialzo dei tassi statunitensi, coerente con la curva dei rendimenti, ha provocato un effetto a catena su tutti i mercati obbligazionari. Anche l’istanza di cambiamento della Fed in risposta a queste persistenti pressioni inflazionistiche ha influenzato notevolmente l’andamento dei tassi nell’ultimo mese. Vale la pena di notare, tuttavia, che nonostante questo cambiamento di rotta da parte della maggior parte dei membri della Fed, Powell ha mantenuto una posizione abbastanza fiduciosa riguardo alle future decisioni della Fed, confermando la bassissima probabilità di un ulteriore rialzo dei tassi in futuro. A suo avviso, le condizioni finanziarie sono restrittive e dovrebbero consentire un graduale ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%.

Quali sono le potenziali ragioni di questa fiducia? 

  1. Powell potrebbe valutare le sorprese sull’inflazione come non ripetibili nel tempo. I settori dell’economia che hanno visto i prezzi aumentare più del previsto sembrano essere prevalentemente settori regolamentati (“aciclici”) con aggiustamenti dei prezzi in ritardo rispetto al ciclo economico. Se questo è il caso, allora c’è effettivamente uno scarso legame tra l’aumento dei prezzi e l’ottimo stato dell’economia statunitense, e quindi una scarsa ragione per la Fed di inasprire la propria politica monetaria.
  1. Powell (e altri membri della Fed) potrebbero essere un po’ più preoccupati dell’evoluzione dell’economia statunitense di quanto non mostrino pubblicamente. Ad esempio, gli ultimi due rapporti del Beige Book descrivono un’economia in progressivo rallentamento nella maggior parte dei distretti. Gli ultimi sondaggi sono in realtà leggermente meno positivi di quelli precedenti (PMI, ISM Manufacturing, ISM Services).

In ogni caso, il mercato sembra essere in gran parte d’accordo con Powell, poiché attualmente prevede rischi di inflazione molto bassi nel lungo periodo. Gli swap sull’inflazione USA a 5 anni erano al 2,65% a fine aprile, un valore inferiore a quello stimato dal mercato tra il 2010 e il 2014 e molto vicino alla mediana degli ultimi quindici anni (2,50%). L’inclinazione della curva dei rendimenti statunitense, ancora invertita, è un’altra conseguenza di questo basso premio a termine per l’inflazione. L’annuncio del QRA (Quantitative Risk Assessment) a fine aprile da parte del Treasury statunitense è stato relativamente neutro, con emissioni ancora significative ma in linea con le previsioni di fine gennaio. Ricordiamo l’impatto massiccio sui premi a termine che gli annunci di emissioni superiori al previsto hanno avuto la scorsa estate.

Europa: inflazione sotto controllo e crescita economica superiore alle aspettative

Nessuna notizia negativa per quanto riguarda l’aumento dei prezzi in Europa, con un’inflazione in linea con le aspettative. Anche in questo caso, il mercato prevede pochi rischi a lungo termine, con le stime sull’inflazione che indicano un rapido ritorno al 2%. Qualsiasi dato in linea con le aspettative è una buona notizia per la BCE. Sul fronte della crescita, continuano le buone notizie con l’aumento dei PMI, l’accelerazione di ZEW e IFO e la crescita sorprendente del primo trimestre. Anche il non-down grade della Francia da parte di Fitch e Moody’s è rassicurante.

Per quanto riguarda i mercati azionari, l’aumento dei rendimenti obbligazionari e il conseguente aumento della volatilità sono stati difficili da digerire. Tuttavia, la stagione degli utili abbastanza solida e il rischio geopolitico, finora sotto controllo, hanno contribuito a limitare le perdite a fine mese. Tuttavia, le indicazioni delle società sono state piuttosto deludenti.

In definitiva, la situazione è cambiata poco rispetto alla valutazione fatta il mese scorso. L’elemento di novità è l’inizio di un rallentamento dell’economia statunitense, con indicatori anticipatori meno favorevoli. Tuttavia, non si tratta di un motivo di allarme, ma probabilmente della fine delle revisioni al rialzo della crescita statunitense. Ciò non è sufficiente a mettere in discussione la nostra visione piuttosto costruttiva sugli asset rischiosi.

  • Azionario: molto trambusto e tensioni geopolitiche hanno portato a un calo estremamente misurato degli indici. I risultati societari sono buoni, la crescita globale sta accelerando: manteniamo una visione costruttiva.
  • Credito: I commenti si susseguono e sono simili: gli spread sono stretti, ma le aziende sono in ottima salute, soprattutto per quanto riguarda quelle a grande capitalizzazione.
  • Tassi: Le aspettative sui tassi USA sono ora molto più ragionevoli, il che solleva una spada di Damocle sui mercati obbligazionari.

Prospettive per maggio e giugno

Inizio della stabilizzazione in Medio Oriente, stagione degli utili ok, accelerazione della crescita al di fuori degli Stati Uniti: le notizie sono in sostanza piuttosto positive, se si escludono gli ultimi dati sull’inflazione negli Stati Uniti. Manteniamo una visione positiva sugli asset rischiosi e sui tassi dell’euro rispetto a quelli statunitensi. I break-even dell’inflazione USA costituiscono ancora una copertura interessante, date le aspettative di inflazione attualmente ragionevoli.