Per la recensione della domenica vi propongo un libro che mi è stato regalato settimana scorsa e che ho letteralmente divorato. Scritto dal noto giornalista Federico Rampini “La speranza africana” è stato pubblicato da Mondadori nel settembre 2023.
Prima di parlarvi di questo libro, lasciatemi dire che lo considero il seguito di “Oriente Occidente“, pubblicato a gennaio 2023 dallo stesso autore e da noi recensito in questo lungo articolo, che vuole esplorare in quel caso le differenze culturali tra l’Oriente e l’Occidente, da cui esce un ritratto di noi occidentali non proprio esaltante. In Oriente e Occidente mi aveva infatti colpito il fatto che per noi l’individualismo è considerato un valore fondamentale e l’individuo è visto come un’entità autonoma che agisce secondo le proprie scelte e aspirazioni. In Oriente, invece, l’individuo è più spesso visto come parte di un gruppo o di una comunità, e le scelte individuali sono influenzate dal senso di appartenenza e dalle aspettative della comunità.
Questa caratteristica l’ho trovata anche nel racconto dell’Africa che ci fa Rampini con il suo libro. Un’Africa che va ben al di là della narrazione occidentale incentrata solo sul portarci un’immagine di continente in preda a guerre, carestie, povertà, da cui la gente scappa per cercare rifugio nel ricco mondo occidentale. Se la narrazione non trova agganci con queste tematiche la trova nell’auto-flagellazione dell’Occidente per l’età coloniale, un lunghissimo periodo di tempo che spazia dalle tratte di schiavi fino al Novecento. Anche se oggi italiani, francesi, olandesi sono stati sostituiti da cinesi, russi, turchi e forse la storia si ripete. E questo è anche il secondo punto di contatto con il libro “Oriente Occidente“, ovvero la presenza capillare dei cinesi in Africa, o meglio in quei Paesi africani ricchi di risorse strategiche per il mondo del futuro, a iniziare dalle miniere di Litio e di Cobalto.
I nostri cari lettori e le nostre care lettrici del sito, così come i miei clienti dei servizi di analisi e reporting sanno già che l’Africa è la mia scommessa per il futuro. Ne avevo avuto sentore oltre 30 anni da giovane neolaureato quando lavorai come istruttore di informatica aziendale presso la fondazione FinAfrica – Centro per l’Assistenza Finanziaria ai Paesi Africani di Milano, fondata da Cariplo su impulso del professor Giordano Dell’Amore, già preside della Bocconi. Dell’Amore, con riferimento alla realtà africana, richiamava la necessità di introdurre opportune innovazioni sia di tipo strutturale che funzionale nei sistemi bancari nazionali incentrate sulla creazione di istituzioni finanziarie specializzate nella raccolta del risparmio e proponeva il modello cassa di risparmio. Il professore aveva già capito tutto!
In FinAfrica ero tutto il giorno a stretto contatto con un folto gruppo di giovani quadri bancari africani provenienti da varie nazioni del Continente nero a cui tenevo corsi di alfabetizzazione all’informatica in inglese e in francese. Di quel periodo ricordo la voglia di imparare, la sete di sapere e la velocità con cui questi ragazzi e ragazze apprendevano le cose che spiegavo in classe. Esattamente l’opposto della narrazione che anche all’epoca ci diceva che i neri erano poveri, ignoranti, poco intelligenti e sporchi.
Tornando ai nostri giorni, vi ricordo che di Africa ne abbiamo ampiamente parlato nel sito con una serie di articoli che trovate nella categoria Geopolitica / Africa che spaziano dalla geopolitica, alle materie prime, al ruolo dei cinesi nello sviluppo di molti dei 54 Stati africani, allo sviluppo tecnologico (droni, satelliti, reti 5G, energia rinnovabile, startup e incubatori) all’arte e alla cultura africana che sta iniziando a fare capolino anche da noi.
Al proposito di stilisti, pittori, musicisti, registi e scrittori, Rampini ci fornisce un lungo elenco di libri di autori africani da leggere, di film da guardare (li trovate sulle piattaforme Netflix e Prime), di stilisti che fanno sfilare i loro vestiti a Parigi e Londra e ovviamente di musica africana di cui è piena zeppa Spotify.
Non avete tempo di leggere “La speranza africana“? Allora prendetevi 40 minuti del vostro tempo e guardatevi il video della conferenza che Rampini ha tenuto al Festival della comunicazione di Camogli. Per vedere il video cliccate su questo link di Youtube (o sull’immagine sotto). Ne vale la pena! Poi andate più sotto e continuate a leggere.
Rampini è un giornalista economico e non si ferma all’aspetto ludico dell’Africa (musica, arte, villaggi vacanza con spiagge meravigliose, safari) ma scava in profondità nelle radici dello sviluppo vorticoso di questo continente tra luci e ombre, tra passato presente e futuro di un continente che dovrà decidere “da che parte stare” nel Nuovo Ordine Globale. Già perché Rampini ci spiega che i governanti africani sono tutto fuorché degli ingenui come pensiamo e giocano oggi su più tavoli tra Oriente e Occidente; ma prima o poi dovranno scegliere con chi schierarsi. E l’Africa è un immenso contenitore di ricchezze, di materie prime, di terre, e di consumatori e lavoratori. Anche l’Europa finalmente se ne è accorta perché il nostro futuro dipenderà sempre più dall’altra sponda del Mediterraneo mentre non è detto che questo valga viceversa per l’Africa.
“La speranza africana” di Rampini è un libro “colto”, ben scritto e denso di spunti di riflessione. Il tutto condito da tanta Storia e tantissime curiosità che ci permettono di colmare le nostre lacune su un mondo che poco o nulla conosciamo e di cui spesso abbiamo solo in testa degli stereotipi.
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