Jan Viebig, Global Co-Cio di Oddo Bhf Am illustra in questo intervento l’importante ruolo che stanno riassumendo i portafogli 60-40 in una asset allocation.
Il 2022/2023 ha rappresentato una svolta per i tassi d’interesse. È finita l’epoca del «denaro facile» che ha caratterizzato il periodo 2009-2021. E in vista della prossima recessione difficilmente rivedremo una politica prolungata di tassi d’interesse a zero, o un ricorso massiccio al quantitative easing come strumenti di politica monetaria. I tassi d’interesse saranno, in media, probabilmente più elevati nei prossimi dieci anni di quanto non lo siano stati nel decennio passato.
Buona o cattiva notizia?
L’impatto dell’inasprimento delle condizioni finanziarie sull’economia non si è ancora manifestato appieno. Nello scenario più negativo, che non riteniamo probabile, l’aumento dei tassi d’interesse potrebbe avere tre conseguenze:
- Una crisi del debito nel settore immobiliare. Il rialzo dei costi di finanziamento destabilizza il settore, in una fase in cui valorizzazioni e indici d’indebitamento dei proprietari fondiari sono troppo elevati.
- Una crisi del debito sovrano negli USA o in Europa, se la crescita del PIL è inferiore al costo del debito.
- Una stagnazione strutturale o una significativa svalutazione della moneta nelle regioni con un settore privato estremamente indebitato e un calo permanente della valorizzazione degli asset rischiosi.
Ma ci sono anche buone notizie. È finalmente possibile costruire portafogli diversificati con prospettive di ritorno che potrebbero oscillare tra il 4 e il 10% nel 2024, con classi di attivi tradizionali come azioni e obbligazioni. È il grande ritorno del celebre 60/40 (60% azioni/40% obbligazioni), poiché un portafoglio di questo tipo consentirà di nuovo di cavarsela in ogni situazione.
Il Portafoglio “Cani del Ftse Mib” è una classica strategia “lazy” azionaria. Ne abbiamo parlato nel nuovo libro “Lazy Portfolio” (ed. Hoepli) che potete trovare nelle migliori librerie, oppure qui su Amazon.
La strategia 60-40 nei diversi scenari di mercato
Scenario di recessione
La portata del rallentamento, sia negli USA che in Europa, resta difficile da valutare. Anche se , per quest’anno, la recessione negli USA e nella zona euro sembra essere stata rimandata, non è detto che si riesca a evitarla del tutto. I mercati sviluppati non potranno più approfittare di un forte stimolo fiscale, tranne nel caso di un importante allentamento della politica monetaria. In un contesto di rallentamento più marcato, il rapporto rischio/rendimento sarebbe meno favorevole alle azioni
Al contrario, la parte obbligazionaria apporterebbe, grazie al carry e al calo dei tassi, una plusvalenza che potrebbe più che bilanciare la debole performance azionaria. Non è lo scenario che privilegiamo.
Scenario di “no landing”
Al contrario, uno scenario di “no landing” sarebbe favorevole agli indici azionari, costringendo però le banche centrali a temporeggiare. In tal caso, le performance obbligazionarie potrebbero deludere, ma sarebbero compensate da un “re-rating” delle azioni, oggi a livelli inferiori alle medie storiche. Non è lo scenario che privilegiamo.
Scenario di “soft landing”
È lo scenario che prediligiamo. Un rallentamento senza recessione marcata consentirebbe alle banche centrali di abbassare i tassi, senza però che l’economia subisca un forte contraccolpo. Le obbligazioni, così come le azioni, potrebbero approfittare di una tale situazione e generare performance a due cifre.