Si avvicinano le festività natalizie e per la recensione della domenica oggi vi parlo di un libro edito da Marsilio che è il catalogo illustrato di una strepitosa mostra di quadri presso la Pinacoteca Agnelli al Lingotto di Torino che ho visitato durante il ponte dell’Immacolata.
La mostra si intitola “Form, Form, SuperForm” resterà aperta fino al 2 aprile 2024 è dedicata all’opera di Thomas Bayrle (Berlino, 1937), artista pioniere dell’estetica del pixel nel linguaggio digitale. La cosa straordinaria è che queste opere sono state create ben prima dell’arrivo del personal computer e della grafica a pixel come la conosciamo noi oggi! L’artista dagli anni Sessanta affronta temi come il lavoro, il potere, l’economia e la religione.
Thomas Bayrle è celebre per le “superforme”, complessi pattern realizzati a partire da immagini di persone, prodotti e macchine che l’artista ha declinato attraverso un’ampia gamma di forme, dalle tecniche di stampa alla pittura, dalla scultura al film.
La mostra Form Form SuperForm di cui vi consiglio sia la visita sia l’acquisto del libro ripercorre i principali temi e iconografie dell’artista, come l’automobile, simbolo di movimento ed energia, tra status symbol e prodotto di massa. L’ex fabbrica Fiat del Lingotto diventa il luogo ideale per accogliere le opere dell’artista interessato alla produzione industriale in serie e alla società dei consumi, in una fascinazione che già negli anni Settanta lo porta a guardare alla Fiat come fonte d’ispirazione per il suo lavoro.
Le foto che ho scattato ai quadri lo dimostrano. Qui per esempio vediamo il ritratto di Gianni Agnelli composto dalla ripetizione infinita dell’immagine di un iPhone.
Ed è molto raro che io faccia foto a dei quadri o qualsiasi cosa che vedo, ma questi mi hanno colpito l’immaginazione. Vi consiglio di allargare l’immagine per notare come sono composti i quadri, ovvero da migliaia di “pixel” che rappresentano un oggetto, una forma che poi moltiplicato per magia va a formare una “superforma”. Qui sotto vedete “Crossroads”, ovvero il concetto di come la società moderna e lo sviluppo dell’economia sia un tutt’uno con il trasporto di persone e merci grazie a un intrico di strade e autostrade solcate da veicoli di ogni genere.
E giusto per restare in tema di trasporti, l’ultimo quadro che vi mostro delle decine presenti alla mostra è questo qui sotto, che forse rappresenta bene il concetto di economia globale e consumistica in cui viviamo tutti immersi fino al collo. Il Dio Dollaro del 1981 (infatti, $ è il titolo) che cresce grazie alla globalizzazione delle reti di trasporto.
Tornando al catalogo della mostra, si tratta di un libro eccezionale, di ben 400 pagine, curato da Sarah Cosulich e pubblicato da Marsilio con un’altissima qualità editoriale, che ha anche il pregio di avere una sezione dedicata alla storia della Fiat con bellissime foto d’epoca del Lingotto e della sua meravigliosa pista da corsa all’ultimo piano, oggi trasformata in una galleria d’arte all’aperto, sottolineando così lo stretto rapporto tra l’artista e la stessa fabbrica di automobili.
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