Con l’arrivo delle piogge e del primo freddo che ci inducono a stare in casa a leggere libri e ascoltare buona musica, ho pensato di proporvi per la recensione della domenica un romanzo coinvolgente scritto da un’ottima scrittrice italiana, Barbara Baraldi, che ci racconta la vita tormentata di Janis Joplin, una delle massime icone della musica di tutti i tempi.
Il libro, dal titolo “Il fuoco dentro. Janis Joplin” pubblicato dall’editore Giunti, si legge tutto di un fiato. Che siate appassionati della musica Acid Rock degli Anni Sessanta o che non abbiate mai sentito il nome di Janis Joplin vi assicuro che la scrittura della Baraldi vi trascinerà dentro la vita di questa ragazza scontrosa nata in un paese del Texas, Port Arthur, sulla riva del lago Sabine, nel 1943.
Giovane ribelle, si vestiva da maschio, si lavava poco e non le piaceva andare a scuola, malvista dagli abitanti della città e incompresa dai familiari, bullizzata dai compagni di scuola, Janis fin da bambina aveva la passione del canto blues e soprattutto era dotata di una voce pazzesca, da mezzosoprano prestato al rock.
La musica è la sua strada di vita, la droga la sua scorciatoia per dimenticarsi il mondo intorno a sé, l’alcool la sua consolazione. Un mix che la porterà rapidamente a raggiungere l’olimpo delle rockstar prima di morire di overdose a 27 anni.
Carriera musicale che inizia in California dove si trasferisce giovanissima in cerca di fortuna in quel mondo che mancava nel paese natìo, e una fama che esplode prima in Nord America, poi in Europa passando per la porta della swinging London.
Il libro racconta, romanzandone la storia, la vita della Joplin dagli inizi tormentati a scuola e poi come voce di una band di rock psichedelico di San Francisco nel 1966, i Big Brother and The Holding Company, con cui pubblica due album strepitosi tra i quali Cheap Thrills che contiene l’indimenticabile “I Need a Man to Love” che fa parte della colonna sonora del film “The Dreamers” di Bernardo Bertolucci.
Janis Joplin acquista fama al Monterey Pop Festival nel 1967 dove la band semi-sconosciuta era programmata per suonare il sabato mattina. In effetti, chi era Janis Joplin di fronte a giganti come The Beatles, Beach Boys, Simon and Garfunkel, Canned Heat, The Byrds, The Who, solo per citarne alcuni? Grazie all’incredibile successo di pubblico, la band viene richiamata a suonare anche la domenica, e la Joplin conosce i grandi del rock come Jim Morrison e Jimi Hendrix.
Poi il passaggio al mitico festival di Woodstock nel 1969 la consacra tra le grandi star del rock. E’ una di quegli artisti che fa ballare la gente e che si carica sul palco vedendo il pubblico scatenato e in delirio. Cosa che non le riesce di fare in Europa, prima tappa Londra, dove trova un pubblico composto e ben diverso dalla generazione hippie statunitense.
Mentre la carriera musicale cresce rapidamente e i suoi dischi scalano le classifiche di vendita, nel privato Janis Joplin si autodistrugge tra sbronze colossali e droghe di tutti i tipi. Una vita che termina tragicamente dopo l’ennesimo buco, per overdose da eroina, a soli 27 anni nel 1970. Nel 1971 uscirà postumo il suo ultimo lavoro, “Pearl“, che scala le classifiche di Billboard e che io considero il suo album migliore.
Se volete leggere l’estratto del libro e poi acquistarlo su Amazon cliccate questo link o l’immagine qui sotto. Vi consiglio anche di dare un’occhiata ai suoi dischi, per accompagnare la lettura con le canzoni più belle e famose, molte delle quali sono entrate nelle colonne sonore di vari film.
Concludo questa lunga recensione ricordandovi che questo libro è un romanzo. Fedele a elencare le tappe della vita della Joplin ma con molte storie inventate dall’autrice.
Vi consiglio pertanto di accompagnare la lettura e l’ascolto della musica al bellissimo documentario sulla vita della Joplin trasmesso da RaiPlay nell’ambito della strepitosa rassegna “Rock Legends”. Lo potete vedere a questo link o cliccando l’immagine qui sotto.
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