Il fallimento di Evergrande e il caso di Country Garden hanno riacceso i riflettori sull’economia cinese e hanno posto molti interrogativi sul suo reale stato di salute, al netto dei proclami e dei dati elaborati dal governo. Per approfondire questo tema ospitiamo oggi un commento a cura di Carlos Casanova, Senior Economist, Asia di UBP.
Gli indicatori di attività di luglio hanno mostrato un’ulteriore decelerazione dell’economia cinese nel primo mese del terzo trimestre. Questi dati seguono quelli in calo relativi al credito, al commercio e all’inflazione delle scorse settimane. I motivi di questo indebolimento sono diversi.
In primo luogo, il tifone Doksuri che ha colpito la Cina settentrionale, provocando piogge torrenziali, inondazioni e diverse frane, ha influito su un calo dei consumi e degli investimenti. Inoltre, le preoccupazioni legate a Country Garden si sono sommate alla persistente debolezza del sentiment interno, spingendo le famiglie a ridurre ulteriormente i consumi.
La produzione industriale è scesa al 3,7% a/a, in calo rispetto al 4,3% a/a di giugno. In termini sequenziali, è rallentata allo 0,0% m/m rispetto allo 0,7% m/m di giugno. Le imprese private (2,5% a/a) continuano a rimanere indietro rispetto alle imprese statali (3,4% a/a), un fattore che è stato dominante per tutto il primo semestre del 2023. La produzione di automobili resiste, ma è rallentata al 6,8% a/a rispetto all’8,8% a/a di giugno. La produzione industriale dovrebbe stabilizzarsi nel secondo semestre, grazie a politiche di supporto.
Gli investimenti nei “Fixed Asset” Urbani (FAI), cioè, proprietà, immobili e tutto quello che è ad essi correlato, ad oggi sono scesi al 3,4% a/a, in calo rispetto al 3,8% a/a di giugno. Gli investimenti privati (-0,5% a/a) sono stati più deboli di quelli delle aziende statali (7,6% a/a). Sebbene si preveda che gli investimenti nelle aree urbane si stabilizzino e si riprendano leggermente nel secondo semestre, è probabile che il settore privato continui a rimanere indietro rispetto a quello statale. La maggior parte della flessione può essere ricondotta all’indebolimento della performance del settore immobiliare. Gli investimenti immobiliari sono scesi al -8,5% su base annua, rispetto al -7,9% su base annua di giugno. Detto questo, gli investimenti privati in settori strategici continuano ad essere notevoli, con dati incoraggianti nei comparti automobilistico (19,20% a/a) e dei macchinari elettrici (39,1% a/a).
Il tasso di disoccupazione rilevato è salito al 5,3%, rispetto al 5,2% di giugno. Tuttavia, la NBS non ha pubblicato le statistiche sulla disoccupazione giovanile (16-24), citando la necessità di eliminare le discrepanze con dati complessi. La decisione di non pubblicare più i dati sulla disoccupazione giovanile non aiuterà il sentiment degli investitori internazionali, poiché comporta un peggioramento della visibilità sulla situazione economica del Paese. Avevamo previsto che la disoccupazione giovanile si sarebbe attestata al 22% a luglio, ma sembra che il numero effettivo abbia addirittura superato questa previsione. Secondo le nostre stime, la Cina potrebbe avere circa 35 milioni di giovani disoccupati. Questo dovrebbe far luce sulle prossime mosse delle autorità.
La riunione del Politburo di luglio ha sottolineato molto chiaramente che le autorità centrali avrebbero incrementato le misure di sostegno anticicliche. Un primo segnale in tal senso si è avuto il 15 agosto, quando la People’s Bank of China (PBOC) ha inaspettatamente tagliato il tasso di finanziamento a medio termine a 1 anno (MLF) di 15 punti base, portandolo al 2,50%, e il tasso Reverse Repo a 7 giorni di 10 punti base, portandolo all’1,80%. In prospettiva, ci aspettiamo che la PBOC proceda con ulteriori tagli di 50-75 pb al RRR (tasso di riserva obbligatoria delle banche) e con un’espansione del bilancio per mitigare i rischi in settori chiave, come il debito LGFV e i mercati immobiliari regionali.
In sintesi, a luglio gli indicatori dell’attività economica si sono ulteriormente indeboliti in tutti i settori. Ciò significa che la decelerazione sequenziale si è estesa al terzo trimestre del 2023, richiedendo sforzi congiunti e interventi più rapidi. Sebbene alcuni indicatori stiano iniziando a muoversi, agosto sarà un altro mese debole. Ciò eserciterà una pressione sulle previsioni del PIL per il terzo trimestre. Riteniamo che l’obiettivo di crescita del 5% per il 2023 rimanga a portata di mano, ma il peso si sposterà ora al 2024, poiché le autorità devono garantire che l’economia possa crescere in un intervallo ragionevole. Le autorità non devono perdere di vista l’obiettivo comune di prosperità, che punta a far diventare la Cina un Paese “mediamente sviluppato” entro il 2035.