Intelligenza artificiale e mercati finanziari sembrano essere su vie convergenti. ChatGPT ha offerto numerosi esempi della sua potenza. Ora si sta creando una nuova bolla? E quali potrebbero essere le strategie di portafoglio per affrontarla? Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, nella sua rubrica “Al 4° piano” osserva come il 2023 sarà ricordato per essere l’anno in cui i mercati hanno iniziato a prendere atto di come l’Intelligenza Artificiale abbia bruscamente accelerato la sua corsa. Qui sotto il suo intervento (e qui il link al podcast).
I mercati sono ipnotizzati dalla questione del tetto all’indebitamento americano, dalla possibilità o meno che la Fed alzi i tassi di nuovo in giugno e dall’ipotesi di un marcato rallentamento della crescita globale nell’ultima parte dell’anno.
Per un trader e per chi ha da rendere conto mensilmente o trimestralmente della performance di un fondo o di una gestione sono questioni molto importanti. A un accordo sul tetto all’indebitamento si può arrivare in pochi giorni in un clima disteso, ma, all’estremo opposto, non si può escludere del tutto che lo scontro si trascini per settimane. In quest’ultimo caso, per quanto improbabile, le conseguenze negative per l’economia crescerebbero giorno dopo giorno.
Detto questo, fra dieci anni il 2023 non sarà probabilmente ricordato per queste vicende, ma per essere l’anno in cui l’Intelligenza Artificiale, dopo settanta anni di incubazione, ha bruscamente accelerato la sua corsa e in cui i mercati hanno cominciato a prenderne atto.
È difficile non pensare che la prossima grande bolla azionaria non sarà su questo tema. L’Intelligenza Artificiale si presta infatti a essere oggetto delle fantasie più accese, ben più delle innovazioni passate che hanno mosso i mercati.
Le ferrovie a metà dell’Ottocento o Internet alla fine del Novecento hanno avuto infatti una portata storica, ma il loro impatto, per quanto grande, è stato in qualche modo circoscritto. L’Intelligenza Artificiale generativa, quella che si sta sviluppando sotto i nostri occhi, se accelererà verso l’Intelligenza Artificiale forte o addirittura verso la superintelligenza, avrà un impatto non solo storico ma antropologico. Sarà quindi difficile porre dei confini alla voglia di sognare che i mercati periodicamente manifestano.
Questa voglia di sognare ha però bisogno di due precondizioni tecniche per tradursi in una bolla di grandi dimensioni. La prima è la liquidità e la seconda è un contesto macroeconomico favorevole. Se, come oggi, queste due condizioni sono presenti solo in parte, allora si produce solo una bolla limitata ai settori più direttamente interessati.
In una fase iniziale, quindi, gli investitori che intendono cavalcare il tema dell’innovazione faranno bene a concentrarsi su questi settori e in particolare sulle grandi società tecnologiche americane e sulle piccole società sulla frontiera della tecnologia che verranno rapidamente acquisite dalle grandi.
In un secondo tempo, quando le quotazioni della tecnologia saranno arrivate a livelli non più difendibili sulla base dei fondamentali, l’attenzione degli investitori si sposterà a quei comparti, o a quelle singole società, che utilizzando l’intelligenza artificiale riusciranno a produrre innovazione nel loro settore. Pensiamo ad esempio a una società farmaceutica che scopre una nuova molecola particolarmente efficace contro una patologia diffusa.
Gli investitori più aggressivi faranno bene a concentrarsi fin da subito sul primo approccio. La bolla è già iniziata, ma non è ancora paragonabile al precedente della bolla di Internet e ha quindi ancora spazio.
Gli investitori più prudenti potranno adottare il secondo approccio, andando a cercare società in settori tradizionali con valutazioni basse che potranno un giorno non lontano trarre beneficio dall’Intelligenza Artificiale.
Le bolle non sono mai eterne. Anche se il tema che le ispira continua a essere attraente, il rialzo azionario, se portato all’estremo, si trasforma nel suo opposto. Accadde per i titoli ferroviari, accadde per i titoli legati a Internet e accadrà anche questa volta. I titoli delle grandi società tecnologiche subiranno flessioni e quelli di molte piccole società andranno a zero.
A quel punto si potrà adottare un terzo approccio, quello dell’investitore superpaziente che guarda dalla finestra tutto lo svolgersi della bolla, attende che scoppi e interviene con calma a raccogliere quello che sopravviverà e crescerà di sicuro negli anni a venire.
L’innovazione legata all’Intelligenza Artificiale non avrà conseguenze solo sull’azionario, ma coinvolgerà l’inflazione e i tassi d’interesse. Il consenso è che l’aumento della produttività sarà un fattore di contenimento dell’inflazione. L’aumento della produttività, tuttavia, porterà con sé tassi reali più alti. Ci sono poi voci minoritarie, ma degne di attenzione, che fanno notare che l’Intelligenza Artificiale porterà in una fase iniziale all’aumento della disoccupazione, che indurrà i governi a introdurre il reddito minimo universale. Questo, a sua volta, aumenterà l’indebitamento dei governi e indurrà le banche centrali a praticare il controllo di curva sui tassi.
Comunque la si pensi, gli investitori faranno bene a dedicare grande attenzione a questo tema e ad elaborare il prima possibile una loro strategia per affrontarlo.