L’energia nucleare sta assumendo ormai un ruolo indispensabile per arrivare a net zero e torna a essere un tema di investimento: VanEck quota così un Etf su uranio ed energia nucleare, il VanEck Uranium and Nuclear Technologies UCITS ETF (Isin: IE000M7V94E1 – ticker: NUCL).
Attraverso un approccio pure-play mira a investire in futuro solo in azioni di società che realizzano la maggior parte dei propri ricavi da attività legate all’uranio o a infrastrutture per l’energia nucleare. Queste possono includere, a titolo esemplificativo, società che si occupano della costruzione o della manutenzione di centrali nucleari o che forniscono tecnologie e servizi all’industria dell’energia nucleare. Possono inoltre essere incluse nell’ETF società attive nello sviluppo e nella commercializzazione di reattori a fusione nucleare o a sali liquidi. Attualmente, tuttavia, a causa della mancanza di società pure-play liquide nel segmento dell’energia nucleare, l’ETF è investito anche in società dove i profitti da uranio ed energia nucleare rappresentano meno del 50% del totale.
Ribilanciato trimestralmente, è a replica fisica, ad accumulazione dei proventi, denominato in Usd e ha un TER dello 0,55%.
La Francia, il principale produttore di energia nucleare in Europa, ha annunciato nel 2022 l’intenzione di mettere in funzione almeno 14 nuove centrali nucleari entro il 2050 per rinnovare la propria rete elettrica. Anche il governo olandese ha annunciato la costruzione di due nuovi reattori per rendere il paese meno dipendente dai combustibili fossili.
“La riduzione delle emissioni di CO2 è un obiettivo di importanza globale”, spiega Martijn Rozemuller, CEO di VanEck Europe. “In questo contesto, di recente l’uranio ha nuovamente acquisito una notevole importanza come fonte di energia a basse emissioni di carbonio. Anche alla luce dei recenti sviluppi geopolitici e del dibattito sull’indipendenza dell’approvvigionamento energetico europeo, l’energia nucleare come fonte energetica e l’uranio come materia prima stanno diventando sempre più importanti. L’Ue sembra riconoscerlo e ha recentemente incluso l’energia nucleare nella tassonomia climatica dell’Ue. Inoltre, nel dicembre 2022, i ricercatori statunitensi hanno raggiunto una svolta nella fusione nucleare, generando per la prima volta nella storia più energia di quella consumata nel processo di fusione. Questa tecnologia futura, così come i nuovi approcci come i reattori a sali liquidi, potrebbero prestare un contributo molto importante al nostro approvvigionamento energetico nel medio e lungo termine”.