Il gaming continua a crescere: è stato uno dei settori entrati già “forti” nel periodo della pandemia e che dai lockdown hanno ottenuto ulteriori benefici. E che sono rimasti sulla cresta dell’onda, a differenza di altri comparti che con il ritorno alla normalità si sono sgonfiati. Tanto da essere ormai diventato un fenomeno globale. Ce ne parla in questo intervento Giacomo Calef, Country manager di NS Partners, società di asset management ginevrina fondata nel 1964 e focalizzata sulla gestione dei grandi patrimoni.
L’industria del gaming ha raggiunto un fatturato annuale di 200 miliardi di dollari. In passato, era un settore di nicchia, ora trasformatosi in un fenomeno globale. Ad oggi, la spesa dei consumatori per il gaming è sostanzialmente superiore alla spesa per la musica e per il cinema (grafico sotto rappresentato). Inoltre, mentre in precedenza il prototipo del consumatore del gaming era adolescente, oggi la demografia del settore si è ampliata, includendo sia i più giovani che i più anziani. I driver principali di crescita dell’industria sono i videogame che possono essere utilizzati sui propri smartphone ovunque ed in qualunque momento. Tencent, l’azienda cinese che produce la maggior parte dei giochi adatti a dispositivi mobili, ha avuto una crescita del 18% sulle vendite di questi ultimi, paragonata a un 2% per i giochi da PC e console.
Le aziende di gaming si sono espanse oltre alla pubblicazione dei giochi, creando piattaforme che includono social network, realtà virtuale, UGC (contenuti generati dall’utente) e non solo. Ad esempio, Tencent è un “one-stop shop”, con unità di business come WeChat per messaggiare, WePay per le transazioni commerciali e WeTV per l’intrattenimento interattivo, gli eSport e gli anime.
Con una varietà tale di prodotti, i conglomerati di gaming utilizzano molteplici modalità di monetizzazione. Tencent guadagna principalmente dal publishing, ovvero dalla produzione di giochi e software. Una volta pubblicati, gli utenti possono comprarli individualmente.
Ad ogni modo, alcune aziende utilizzano le iscrizioni a pagamento per fornire una libreria di videogame, mentre altre li offrono gratuitamente e guadagnano con acquisti in-app e pubblicità. Per l’industria del gaming si prospetta un’ulteriore crescita grazie all’intelligenza artificiale. Dopo il successo di ChatGPT, aziende di gaming come Tencent e Sony stanno sviluppando metodi per utilizzare questa tecnologia.
L’AI aumenterebbe l’interattività dei giochi, che ha indotto la loro popolarità in passato. Inoltre, è opportuno sottolineare che le aziende cinesi di gaming, che negli ultimi anni hanno subito perdite a causa del controllo del governo sul tech, potrebbero diventare più competitive. Il governo cinese si sta mostrando intenzionato ad allentare il quadro normativo del settore. L’effetto di questo cambiamento insieme al termine della politica zero Covid, si riflette nei rialzi dei titoli di conglomerati di gaming cinesi.
Ad esempio, Tencent ha avuto una crescita del +17.32% (HKD) da inizio anno. Infine, il gaming ha il potenziale di inserirsi in quelli che noi definiamo “quality trends”, ovvero trend a lungo termine investibili e profittevoli. Tra questi, la digitalizzazione è il più significativo, incorporando sottocategorie quali l’intelligenza artificiale e l’ecommerce, progressivamente più applicate nei video games.